Recidiva biochimica dopo prostatectomia radicale

Paziente

Buongiorno, sono stato operato a giugno 2021 per tumore prostata con diagnosi uscita Gleason 7 (4/3) T3 R1 e neoplasia focalmente presente su margine resezione lobo sinistro.
Non eseguita radioterapia perche’ affetto da rettocolite ulcerosa.
PSA da iniziali 0, 12 a agosto 21 a 1, 36 a aprile 22.
Effettuata PET/TC con PSMA a gennaio 2021 (psa a 0, 79) con il seguente esito: Assenza di aree di focale e significativo iperaccumulo del rf nei segmenti corporei esaminati.
– Ad aprile coronoragrafia per probabile stenosi con apposizione di stent.
Iniziata cura in ritardo per le problematiche coronarie e per il covid, cura iniziata con bicalutamide 150 a maggio 2022.
In una successiva visita da altro oncologo mi e’ stato consigliato utilizzo di degarelix, nonostante il PSA al 27/6/ 22 fosse sceso a 0, 12.
Se possibile un Vostro parere in merito escludendo il ricorso alla radioterapia per le problematiche della rettocolite. Inoltre da alcuni mesi ho difficolta’ nella minzione (freguente e scarsa con leggeri dolori nella fase finale) e nel mese di maggio riscontrata urinocoltura positiva per batterio Pseudomonas spp trattata con levoxacin 500 per dieci giorni. Gli esami successivi di urinocoltura sono risultati negativi ma la minzione e’ diventata sempre piu’ freguente con le difficolta’ gia’ citate. Esiste una relazione fra la recidiva del tumore e questi sintomi. Grazie per i consigli che riterrete di darmi sia per la terapia ormonale sia per questo ultimo inconveniente.

Risposta

Buongiorno,
la diagnosi istologica da lei presentata dopo prostatectomia radicale mostra un tumore prostatico ad elevata aggressività’ (GS 7(4+3)), con diffusione al di fuori della prostata (T3) e con margini chirurgici positivi (R1) quindi con un residuo di tumore rimasto all’interno.
Quindi l’intervento non e’ riuscito ad essere radicale e sicuramente il residuo di tumore continuerà’ a progredire inizialmente a livello locale vicino alla sede della prostata asportata e poi a distanza per via linfatica ed ematica. Per questo motivo in questi casi si agisce subito con una radioterapia pelvica cercando di necrotizzare il residuo di tumore rimasto prima che diffonda. Non potendo utilizzare questa tecnica, la terapia diventa non più’ curativa ma solo cronicizzate, rallentante sulla diffusione ed e’ rappresentata dalla terapia sistemica di blocco androgenico con analoghi od antagonisti GNRH.La terapia con bicalutamide 150 mg non e’ una terapia prescrivibile in queste diagnosi.
I controlli devono essere affidati oltre al PSA anche alla PET TC con PSMA.
Al momento la PET non individua sedi a distanza della malattia ( ma non vuole dire che non sia presente) e quindi in base al valore del PSA la terapia si limita al blocco androgenico. In caso di positività’ invece alla PET, sono ormai disponibili nuovi farmaci ad azione ormonale che possono permettere un controllo della malattia importante se utilizzati correttamente ed al momento esatto.
Serve un centro ad alta esperienza per la gestione di una situazione complessa relativamente alla sintomatologia riferita non sembra determinata dal residuo di malattia..
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra